
Giancarlo Alù
Cenni critici dell’Opera musiva dell’Artista Barbara Giavelli
L’Arte musiva, ciò l’arte del mosaico, così detta dal nome “Musa”, cioè arte per eccellenza delle Muse, le dee dell’ispirazione artistica.
Barbara Giavelli pur essendo molto giovane è sicuramente una Musa che, come per una sorta di magia, utilizzando semplici e piccoli pezzi di vetro o marmo, riesce a creare, direi quasi plasmare delle bellissime immagini.Dalle sue abili mani, dei pezzettini di marmi colorati, che da soli non hanno significati o valenze, prendono vita e colore, diventando linguaggio di un’arte raffinata e rara.L’Artista Barbara Giavelli sta rinnovando una forma d’arte che, come si detto, oltre ad essere estremamente rara data la difficoltà esecutiva, è anche portata all’estinzione in un momento della nostra vita così frenetico e per molti versi pragmatico, che non lascia spazio alla concentrazione spirituale e al tempo dell’esecuzione artistica.
Dai mosaici di Pompei nel Museo Archeologico di Napoli, fra i quali l’Alessandro Magno, o ai romani d’Africa, ai romani cristiani quale l’abside di San Cosma e Damiano o quelli meravigliosi di Santa Maria Maggiore del V secolo, fin su ai bizantini di Ravenna per finire a quelli incredibili del XVI secolo della Scuola del Mosaico del Vaticano che ornano la Basilica di S.Pietro, tutta l’Arte musiva è sempre stata una forma di decorazione che ha anche la valenza dell’immortalità.
Il mosaico, diceva Michelangelo, l’Arte dell’Eternità.
Oggi Barbara Giavelli è da considerare la vera erede dei grandi maestri del passato, perchè i suoi mosaici hanno una vitalità ed una eleganza costruttiva che è la somma delle varie antiche esperienze artistiche.
In alcune opere, specie nella serie degli uccelli, la Giavelli usa delle paste vitree luminose dai colori brillanti che ci ricordano quelli bizantini di San Vitale o anche quelli del Cavallini di Santa Maria in Trastevere.
Essi sembrano vivi e in movimento grazie al cangiare dei colori delle tessere fissate “alla romana” cioè non levigate ma lasciate ruvide in superficie. Per cui spostando appena il campo di visuale essi assumono vita e calore.Ritroviamo quindi gli stessi rossi accesi, accostati a tessere candide di neve o a verdi smeraldini quasi trasparenti.Note musicali squillanti in un pentagramma arioso e melodioso.
Una gioia per gli occhi e per l’anima.
E tutto per sempre.
In una serie di ritratti (l’Angelo, Madonna e Giovanni Paolo Il), Barbara Giavelli ha aggiunto oltre alla genialità della forma e del colore, anche una ricerca psicosomatica e un’espressività viva e incredibilmente realistica.Nell’Angelo, la Giavelli ha toccato le altissime vette dell’Arte, in cui la tecnica si fonde con una profonda spiritualità, rara da trovarsi in giovani persone come la nostra Artista.Esso è un ritratto ideale di un angelo dai capelli mossi da un vento mistico, con uno sguardo penetrante, pieno di pathos e di parole divine, uno sguardo rassicurante e magnetico da cui si fatica ad uscirne.
C’è tutto il calore divino, si sente un aurea grandemente spirituale in cui le tessere, di una tonalità inusuale per un angelo e cioè che varia da terra di Siena chiaro a quello pi runo fino al nero, formano una serie fitta di “macchie” da dare ali’ immagine di insieme una idea di arte impressionista, macchiaiola, in un contesto estremamente moderno e vivace.
Nel ritratto di Madonna, Barbara Giavelli ha recepito tutta la femminilità, tutta la carica erotica che la famosa attrice americana di origine italiana può offiire.
Un corpo seminudo con tessere color carne è in atteggiamento lezioso e provocante, ed il volto di tre quarti, con i capelli un po’ arruffati, ha uno sguardo ammaliatore, seducente, colto in una frazione di secondo che però dura una eternità.
Ovviamente di tutt’altra spiritualità sono impastate le tessere del ritratto di Papa Giovanni Paolo 11.Un ritratto totalmente avulso dalla classicità iconografica di un soggetto qual’è un Papa.Non c’è la ieraticità dei ritratti musivi di San Vitale, nà la regalità dei ritratti in mosaico dei Papi in San Paolo fuori le Mura, ma la Giavelli ha saputo cogliere tutta la grande vivacità intellettuale e umana di questo straordinario personaggio che con la sua personalità, con il suo agire ha sicuramente cambiato il corso della storia umana.Egli è rappresentato in una sorta di fotogramma, in un momento non solo del suo fisico ma, attraverso la forma visibile anche nel profondo della sua anima.Il capo chinato verso destra, dunque fuori come si è detto degli stereotipi papali, e con uno sguardo cosi penetrante ed indagatore, cosi giovanile e arguto, con gli occhi sembrano due perle nere in un campo di neve.
Capolavori che questa geniale giovane Artista, che è vanto dell’Arte musiva e bandiera del genio italiano, ha solo di recente creato.E questo ci è di grande conforto, perchè se la Giavelli ha operato a questi livelli solo da poco tempo, c’è da aspettarsi veramente tanto nel futuro, sia qualitativamente sia speriamo anche quantitativamente.